Sono tornata! Con cosa? Ma con il terzo film della trilogia
di J.R.R. Tolkien-Il Ritorno del Re,
ovvio!
Le forze di Sauron
hanno attaccato la capitale di Gondor, Minas Tirith, nel suo assedio finale
contro l'umanità. Quello che resta della compagnia dell'anello si prepara per
la battaglia finale per la difesa della Terra di Mezzo guidati da Gandalf che
sta cercando disperatamente di spingere lo smembrato esercito di
Gondor ad agire. Frodo e Sam nel frattempo cercano di raggiungere il Monte Fato per distruggere l'anello.
Gondor ad agire. Frodo e Sam nel frattempo cercano di raggiungere il Monte Fato per distruggere l'anello.
Recensione
Già dalle prime scene si inizia a temere la disfatta, perché si capisce quanto numerosi siano i nemici, e quanto che il giovane hobbit che porta
l’anello sia ormai logorato da esso.
Ne Il Ritorno, i
troll giganteschi, gli elefanti a quattro zanne e i serpenteschi animali
volanti di Mordor fanno da padroni. La mostruosa Shelob che zampetta verso
Frodo e lo imbozzola in una serica camicia di forza offre addirittura un brivido
da film dell’orrore.
Le battaglie fanno da cornice alla vera storia: Frodo, il suo compagno Sam e l’ex-hobbit
Gollum che si dirigono verso Monte Fato
con il compito di distruggere l’anello.
Il servile e abile Gollum è orribile ma capace di suscitare
pietà, Sam l’amico che tutti vorrebbero
avere, Frodo che ormai non c’è più.
Cuore dell’intero film lo scambio di battute tra Aragorn e Gandalf: “Che cosa ti dice il cuore?” “Che Frodo è vivo”.
Cuore dell’intero film lo scambio di battute tra Aragorn e Gandalf: “Che cosa ti dice il cuore?” “Che Frodo è vivo”.
Una nota particolare per le ‘adorabili’ battute di Gimli,
che stemperano un po’ il clima tetro e opprimente del film.
Guardando, ci si immedesima
in Frodo, Aragor, Pipino, e perché no, anche in Gollum, e alla fine dispiace
lasciar andare i nostri eroi.
Red Eyes
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